Valle di Soffumbergo e il Monte San Lorenzo

Dal romitorio del Monte S. Lorenzo all’intrico di ripetitori televisivi

Merita particolare menzione il Monte San Lorenzo sopra il paese di Valle di Soffumbergo / Podcirku (Faedis).
Purtroppo oggi la boscosa punta caratteristica del monte ha germogliato una selva di antenne e tralicci di ripetizione ed espansione televisiva e quindi di inquinamento elettronico, snaturando un ambiente paesaggistico di rara bellezza panoramica e nel contempo imbruttendo anche la sua qualità formale orografica.

Nel tardo Medioevo per questo monte, che sottostava alla giurisdizione dei signori di Cucagna, ci furono diverse controversie tra questi giurisdicenti e il Patriarca di Aquileia. Nel 1500 avanzava pretese anche la città di Cividale. Sulla cima del monte c’era una antichissima chiesetta dedicata a S. Lorenzo martire, meta di pellegrinaggi specie nel giorno della festa il 10 agosto di ogni anno, ed era soggetta al curato di Campeglio.

Nel secolo XVIII la chiesa rovinò a causa di un fulmine, secondo la tradizione popolare, ma probabilmente per incuria. Di conseguenza fu fatto scendere l’eremita (il santese) e furono riposti nella cappella sottostante di Valle di Soffumbergo l’altare e i santi «egregiamente scolpiti in legno». Così abbandonata si lasciò sfasciare i muri, dei quali, oggi, affiora qualche resto in vetta al monte. La salita al monte San Lorenzo, che così bene si scorge dai colli dell’anfiteatro e dai rilievi di Tarcento e Tricesimo, sembra contrastare, per la sua forma appuntita (m. 914), con il carattere orografico generale della regione. Dalla sua cima bello è il panorama che si gode.

I patriarchi di Aquileia rimanevano più di frequente nel castello di Corte di Prestento che nel castello di Soffumbergo a villeggiare. E i Soffumbergo possedevano, oltre il castello o corte di Prestento, anche case a Cividale. Da rilevare che sopra il paese di Prestento si apre una spelonca: «il Foran del Landri», proprio sotto le rovine della chiesa di S. Lorenzo in Monte, che secondo alcuni esperti potrebbe ancora servire d’asilo e da fortilizio.

La posizione preminente della chiesetta romitorio di S. Lorenzo funzionava da radiofaro per la popolazione della montagna e del fondovalle compresa negli attuali comuni di Faedis e Torreano. Essendo il comprensorio aggregato al Municipium di Cividale, in tempi classici si usò sicuramente un rusticus sermo di comunicazione. In seguito fissarono dimora sui monti circostanti gli Sloveni, da ciò la popolazione in sito si determinò in due elementi: Il friulano e lo sloveno. Sorse perciò la necessità di provvedere dei sacerdoti che conoscessero l’idioma sclabonico per l’assistenza spirituale. Così gli abitanti delle ville di Canal di Gravo, Costapiana, Caneola, Petrosa, Costalunga e S. Maria Maddalena, sotto la parrocchia di Faedis, parlano la lingua slava. Similmente il paese di Valle di Soffumbergo, filiale della parrocchia di Campeglio e il borgo di Reant aggregato alla parrocchia di Masarolis. A conferma si propone la relazione del pievano di Faedis don Comello: «La chiesa matrice è eretta in questa villa di Faedis, dove tutti parlano il dialetto del Friuli, e all’incontro le comunità ossia ville di Canal di Grivò, Clabozana, Stremis, Costapiana e Gradiscutta, Caneola, Pedrosa e Costalunga sono abitate dagli slavi, i quali usano il proprio lor linguaggio. E perciò vengono assistiti nella cura delle anime da sacerdoti semplici e da cappellani cooperatori, che ascoltano le lor confessioni, e in tutte le lor occorrenze, anco d’infermità mortale, li provvedono dei necessari Sacramenti, e così pure nelle rispettive loro chiese in proprio linguaggio slavo li ammaestrano nella dottrina cristiana con piena dipendenza dal parroco e dalla Chiesa parrocchiale. Tanto attesto … Faedis, addì 10 dicembre 1780. f. Pre Gio. B. Comello Pievano di S.M. di Faedis ed annesse».

A proposito dell’insegnamento della dottrina cristiana si trova traccia nella visita pastorale del 20 febbraio 1913, quando Mons. Anastasio Rossi arcivescovo di Udine si portò a Valle di Soffumbergo. Giunto a Valle, constatò che i fanciulli erano preparati nella dottrina cristiana in lingua slovena, mentre quelli di Costalunga erano preparati in lingua italiana, essendo sotto Faedis.

La condizione ambientale delle popolazioni slovene della montagna si presentava alquanto disagevole: le ville completamente prive di strade, poco favorite dalla natura perché il territorio è sassoso e ha solo una piccolissima estensione coltivabile, ma poco fertile. Nel 1604 la situazione venne brevemente descritta in questi termini: «A Clap, Clabozana e Caneola ci sono case coperte di paglia… chi vuole vivere bisogna si fatichi a far legna o carbone o lavorar terre o in altri simili esercitii».

Nei documenti del secolo XIV sono registrati alcuni lasciti che persone di Canebola fecero alla parrocchiale di Faedis, a S. Maria Maddalena in Rupis, a S. Lorenzo in Monte. A quel tempo non esisteva chiesa in Canebola, di essa si trova traccia nel 1453. Ma soprattutto i giurisdicenti di Cucagna di Faedis nei testamenti si ricordavano delle loro chiese con vari lasciti, come di seguito si espone: «1374, 30 giugno. In sacrestia Ecclesie nove S. Marie de Faedis. Testamento di Simone q. Odorico di Cucagna. Lega a S. Maria di Faedis 50 libras parvorum.

Alla chiesa di S. Giacomo di Cucagna mezza Marca di denari; fa legati alle chiese di S. Pietro degli Slavi e di Col Villano, indi a quelle di S. Giorgio, di S. Lorenzo di Ronchis e del Monte (S. Lorenzo presso Valle di Soffumbergo non più esistente), a quella di S. Maria de Valle (Convento di Cividale) e a quella di S. Giovanni di Pertistagno (Pre G. Batta di Faedis, ANU)». Altro lascito in data 10 maggio 1376… per la chiesa di S. Lorenzo di Monte (V. Joppi, Notariorum XII, c. 270, ms BCU). Si aggiunge il legato testamentario di Varnero de Cucanea del 1409, in favore di S. Laurentii de Monte (Catapan di Faedis).


Per San Lorenzo in Monte avanzavano pretese i patriarchi e i Cucagna

Il feudo di Soffumbergo nel secolo XII era proprietà della Chiesa di Aquileia; nel secolo seguente ci si presenta come una Gastaldia patriarcale ed i patriarchi vi fecero volentieri soggiorno. Ritornò ad essere feudo nel secolo XV. In questo feudo era compresa la borgata di Valle / Podcirku, mentre le borgate di Pedrosa / Pedroza e Costalunga / Vile erano sotto la giurisdizione dei Cucagna di Faedis e, religiosamente, Valle sotto Campeglio, mentre Pedrosa e Costalunga sotto Faedis. Tutte queste ville alpestri si trovano oltre i 600 metri di altitudine. Sopra di esse svetta il monte S. Lorenzo, sede di un’antichissima chiesa dedicata a S. Lorenzo martire.

Il culto di S. Lorenzo è paleocristiano, molto antico. Qualche titolo è certamente primitivo, prebizantino; altri titoli hanno origine nell’alto Medioevo, alcuni nei secoli XI-XIV. Nel basso Medioevo, S. Lorenzo era invocato contro le malattie dei bovini. La zona ricca di boschi e di pascoli richiedeva un potente ausiliatore.

Per questo monte avanzarono pretese i Cucagna di Faedis, perché ritenuto sotto la loro giurisdizione, è ricordata la controversia per la solennità di S. Lorenzo nel 1319 proprio tra il patriarca e i castellani di Cucagna.

Nei documenti del secolo XIV riguardanti la parrocchia di Faedis sono registrati alcuni lasciti per S. Lorenzo in Monte. È possibile che la chiesetta montana sia stata eretta a comodo delle borgate sottostanti, in quanto le chiese di Faedis e di Campeglio erano troppo distanti. Ma quando? Forse nel 1200, al tempo che in Campeglio risiedeva ufficialmente un vicario curato? Oppure in tempi più remoti sul limite della difesa anti avarica.

In atti notarili compare sotto la data del 10 agosto 1458 la consacrazione della chiesa di S. Lorenzo in Monte. Per cui acquista significato il documento del 1460, già esistente nell’archivio parrocchiale di Prestento, in cui compaiono i capi famiglia di Valle di Soffumbergo, di Reant e di Pedrosa, a chiedere di costruire una fornace sul vicino monte Noâs, per riparare la preesistente chiesetta di S. Lorenzo in Monte. Questa chiesetta da sempre rivelò difficoltà di manutenzione.
Per la sua posizione dominante, alcuni hanno supposto che essa sia stata costruita su un antico fortilizio, rientrante nella linea difensiva anti avarica e slava, messa in piedi dai Longobardi. Il terremoto del 1511 fu catastrofico. La chiesetta di S. Lorenzo si rovinò, per cui si dovette riadattarla completamente, tanto da richiedere una nuova consacrazione.

L’atto recita: »Noi Luca Bisanzio vescovo di Cattaro, suffraganeo e Vicario Generale nel Patriarcato di Aquileia, il giorno di S. Lorenzo in questo mese d’Agosto 1568 indizione 11.ma, per grazia dello Spirito Santo secondo il rito di Santa Romana Chiesa, abbiamo di nuovo consacrato la chiesa di S. Lorenzo con l’altare maggiore… alla presenza del magnifico signore Giovanni dei Nobili di Strassoldo ecc…».

Dall’Archivio Capitolare di Cividale elenchiamo alcuni atti riguardanti le vicende di questo sacello. Il 30 aprile 1702 è registrato un decreto capitolare a favore dell’eremita Girolamo Aloy di S. Lorenzo. Indi il 21 novembre 1725 il vicario curato di Campeglio partecipa l’esito delle elezioni in merito all’eremita (santese – muini) di S. Lorenzo; ed il 27 dello stesso mese è datata la definizione capitolare a pro dell’eremita di S. Lorenzo di Campeglio. Il 7 marzo 1743 è annotato un permesso capitolare per restauri nella chiesa di S. Lorenzo. Per il restauro del coro di questa chiesa esiste un permesso capitolare datato 13 giugno 1752. In data poi 24 maggio 1757 compare una supplica per fare una campana per S. Lorenzo. E la risposta affermativa da parte del Capitolo fu concessa nello stesso giorno. Il 19 giugno 1760 si convoca la Vicinia in Campeglio per convenire sulle spese dei lavori eseguiti per la chiesa di S. Lorenzo. Quindi il 19 ottobre 1769 si convoca la Vicinia in Valle di Soffumbergo per trattare della demolizione della chiesa di S. Lorenzo. Ma il 19 giugno 1772 si registra un decreto di Mons. Girolamo Gradenigo, arcivescovo di Udine, che ordina il restauro della chiesa di S. Lorenzo di Soffumbergo. In seguito il 18 aprile 1773 ci fu Vicinia in Canal di Soffumbergo in merito alla chiesa di S. Lorenzo. Furono uditi i vicini di Valle, di Pedrosa e di Canal. C’è da registrare una relazione espressa dal vicario curato di Campeglio al Capitolo di Cividale sullo stato in cui si trova la chiesa di S. Lorenzo, in data 6 maggio 1773. Sicchè il 4 luglio del medesimo anno si tenne Vicinia a Campeglio per demolire la chiesa di S. Lorenzo. Così il 15 luglio 1773 viene inoltrata alle autorità competenti la lettera per la demolizione della chiesa. Dopo un anno di carteggio, il 9 giugno 1774 pervenne il permesso dell’autorità civile per demolire la chiesa di S. Lorenzo di Valle di Soffumbergo. Il 10 agosto 1774 seguì il Decreto del luogotenente Corner che permetteva la demolizione della chiesa di S. Lorenzo di Valle. E l’11 agosto 1774 arrivò il permesso arcivescovile di demolizione della chiesetta. Il 23 marzo 1775 si fece Vicinia a Campeglio per erigere nella nuova chiesa di Valle una cappella che, secondo il decreto capitolare, autorizzava a collocare l’altare di S. Lorenzo, della chiesa demolita, nella medesima nuova chiesa. E ancora l’8 giugno 1779, in seguito alla distruzione della citata chiesa di S. Lorenzo, i legati della stessa furono trasferiti nella chiesa di S. Pietro di Valle. Nel 1899 la chiesetta di S. Lorenzo in Monte si ridusse ad avere solo i muri perimetrali.
Tarcisio Venuti

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